di Anita Meschia
Quando si arriva in Via Molise 5, a Rozzano, nella periferia milanese, sulla facciata che dà sulla strada si legge “Questa villa è un bene comune. Appartiene a tutti noi, prendiamocene cura”. Si tratta di una villa su due piani adornata di marmi, camini egrandi finestre circondata da un ampio giardino con statue, una fontana e un piccoloanfiteatro. Era l’abitazione di un narcotrafficante appartenente alla ‘ndrangheta che facevaaffari con il Sudamerica ed è stata confiscata nel 2008. È stata poi abbandonata e si èdeteriorata per dieci anni, ma adesso è casa del Comitato Molise 5. Lasciate che vi racconti la nostra storia.
Impegno e dedizione: nasce il Comitato Molise 5. Nel 2017 l’amministrazione comunale, da tempo affidataria dell’immobile, ha avviato un progetto di partecipazione per riutilizzo sociale. Tra i primi tavoli di discussione e le prime grandi pulizie si è formato un gruppo che ha preso a cuore la causa. Un gruppo di persone che per lo più non si conoscevano, ma che ha deciso di impegnarsi insieme. A Maggio dell’anno seguente, nel giorno dell’anniversario della strage di Via Capaci, abbiamo costituito il Comitato Molise 5.
Un posto diverso per la nostra città. A settembre abbiamo firmato un patto temporaneo con l’Amministrazione comunale per la gestione del giardino e dell’ex garage con lo scopo di potergli davvero dare una nuova vita e trasformarlo in un bene comune. Abbiamo iniziato da zero, in pochi e con pochissime risorse ma con tanta voglia di creare uno spazio diverso nella nostra città. Siamo molto diversi, per età, esperienze, professioni ma ognuno ha messo a disposizione le proprie competenze. C’è qualcuno che da sempre si occupa di antimafia, chi vorrebbe un posto diverso in cui vivere o crescere i suoi bambini e chi semplicemente ha conosciuto questa storia e si è buttato con noi.
Dare voce alle vittime di mafia. Studenti, artigiani, educatori e agronomi. Tutti volontari. Eterogeneo come il nostro gruppo è il giardino che abbiamo creato. È palco di concerti, spettacoli e laboratori per giovani e bambini. Uno spazio per mostre sui temi dell’attualità e testimonianze sui temi dell’educazione con i Maestri di Strada, gli scout ed educatori che seguono il metodo Montessori. Un luogo dove dare voce alle testimonianze dei familiari di vittime innocenti di mafia e raccontare pezzi di storia del nostro Paese. Nel nostro giardino, insieme a suo fratello Salvatore, abbiamo piantumato anche un ulivo in memoria di Rita Borsellino. Ci piace pensare che sia un posto per tutti e che possa trasformarsi in base ai bisogni e ai desideri di ognuno.
L’orto comunitario: seminiamo speranza. Il progetto più grande e più impegnativo è stato l’orto comunitario, ora cuore del giardino e delle nostre attività. Un orto didattico nato grazie al sostegno di un centinaio di amici e nuovi amici che hanno fatto una donazione grazie al crowdfunding lanciato con l’Università Bicocca. Questo grande progetto, ancora in fase di realizzazione, si sviluppa mescolando il tema del verde e dell’ambiente con quello della legalità e dell’antimafia. L’idea è che questo possa essere un percorso dove imparare a coltivare piante e consapevolezza. Il lavoro ci ha insegnato che ci vuole impegno e cura per vedere i primi risultati. Bisogna costruire la struttura, preparare il terreno, poi seminare, annaffiare e sistemare con costanza. Così è stato anche per veder crescere la nostra comunità.
L’importanza di fare rete. Via Molise 5 tra l’abbandono, gli ostacoli della burocrazia, le poche risorse e l’emergenza sanitaria sta riprendendo vita. I suoi cancelli sono stati riaperti ai cittadini di Rozzano e sono passate centinaia di persone. C’è chi torna stabilmente e per alcuni è diventata casa, soprattutto per i piccolissimi che con le loro famiglie hanno trovato un nuovo e speciale spazio dove fare i pic-nic nel weekend e dove stare a contatto con il verde. Si è creata una grossa rete con le scuole, le associazioni, gli scout e le famiglie che hanno potuto conoscere la storia di questo bene. Il giardino si è colorato e profumato con grosse aiuole piene di piante e fiori costruite grazie agli artigiani, gli agronomi e i bambini.
L’incognita del futuro. Il nostro patto di collaborazione temporaneo sottoscritto con l’amministrazione scade il 31 dicembre 2020. Ci auguriamo che l’amministrazione accolga la nostra richiesta di rinnovo così da permetterci di perseguire il bene comune, come abbiamo fatto fino ad ora. L’ultimo anno ha rallentato il nostro lavoro e non ha permesso di fare grandi iniziative e noi abbiamo ancora tanto da fare e tanti desideri da realizzare. Sogniamo di poter vedere rinascere anche l’abitazione che è ancora inagibile.
Noi continuiamo a sperare. Laddove prima ci stava la ‘ndrangheta adesso si coltiva giustizia e sostenibilità, laddove c’era abbandono adesso c’è un posto per tutti. Non possiamo permetterci che questo posto, segno vivo di cambiamento e di lotta, cambi ancora proprietario e venga tolto alla società alla quale dopo tanto tempo è stato finalmente restituito. E’ tempo di stare tutti insieme.