di Alessandra Montesanto
Nata nel 2016 la cooperativa sociale agricola Madre Terra promuove la crescita personale e lo sviluppo di competenze lavorative dei giovani che fanno parte della comunità di accoglienza e di assistenza denominata “Una casa anche per te” (Ucapte), che opera nelle aree tra il milanese e il pavese. La cooperativa sta per attuare un nuovo progetto di agricoltura sociale dal titolo: “Coltiviamo legalità. Dal recupero dei terreni alla conversione dei territori” che verrà implementato su un terreno confiscato alla n’drangheta e situato in Via Quintosole, a Milano.
Il progetto è stato approvato con decreto del 31 marzo 2021, siglato dal Sindaco Giuseppe Sala, e successivamente il sito è stato assegnato alla cooperativa Madre Terra, presieduta da Don Massimo Mapelli che, grazie alla rete con altri enti e alla comunità, verrà trasformato in una realtà agricola sostenibile, in un luogo di lavoro, di formazione e di scambio culturale. Sono previsti, infatti: l’attivazione di un orto esteso per 6000 mq, uno spazio di produzione di ortaggi rispettosa dell’ambiente e della biodiversità, attività didattiche, eventi ricreativi e culturali proposti ai cittadini, alle scuole, alle famiglie per approfondire i temi della giustizia sociale e della lotta alle agromafie. L’attività agricola e l’esperienza formativa sono volte a favorire l’acquisizione di competenze utili all’inserimento nel mondo del lavoro di persone, spesso straniere, che vogliono essere incluse nella società maggioritaria e nella comunità di appartenenza.
Da oltre dieci anni Don Massimo Mapelli si occupa di trasformare i beni confiscati alla criminalità organizzata in luoghi dove ci sia la possibilità di riscatto per i più fragili; dopo la Libera masseria di Cisliano e un bar di Garbagnate, con l’assegnazione definitiva avvenuta lo scorso 20 maggio, si aggiunge anche lo spazio di Via Quintosole nell’ottica della valorizzazione e del riutilizzo sociale dei beni confiscati che diventano luoghi di sensibilizzazione, informazione e, quindi, di arricchimento per tutta la comunità. Ma non solo, la nuova strategia progettuale mira a investire sulla formazione degli operatori agricoli in modo da garantire un’effettiva ottimizzazione delle risorse e, quindi, una maggiore stabilità e autonomia dell’attività produttiva. Come conferma Don Massimo: “La comunità agricola farà lavorare i ragazzi vulnerabili che troveranno un lavoro e questo sarà anche un modo di dare cibo sano e giusto alla città di Milano”.