di Monica Forte

Perché si accetta un prestito usuraio? La risposta appare semplice: perché la propria azienda è in crisi e, non avendo trovato canali legali per un prestito, si decide di cercare o accettare un prestito illegale. Giusto, ma sono convinta che la vera risposta alla domanda sia: perché non si conoscono e comprendono i rischi conseguenti. E questo vale sia per chi coscientemente cerca il “servizio” sapendo a chi si sta rivolgendo, sia per chi ci arriva tramite un “mediatore”, sia per chi accetta un offerta arrivata nel momento di fragilità. Si pensa, infatti, erroneamente che una volta restituito il prestito con gli interessi dovuti, il rapporto, il contratto si estingua e si possa tornare a fare la vita di sempre con il vantaggio di aver salvato la propria azienda. Chi cade nel circuito usuraio non ha esperienze precedenti e difficilmente sarà avvertito da chi ci è passato prima di lui perché di usura non si parla… per vergogna, per paura. 

E’ proprio qui, in questo vuoto di informazione, in questa ignoranza del fenomeno, nella mancanza di attenzione dei media, nell’assenza di formazione adeguata agli operatori, agli amministratori, ai funzionari, nella difficoltà di creare una rete, che ci stiamo giocando un enorme fetta della nostra economia legale che sta finendo dritta nelle mani delle criminalità organizzate. 

Il fatto che il fenomeno dell’usura continui  a scavare come un fiume carsico nei vari settori della nostra economia senza che a questo aumento costante (ma impennatosi a causa della crisi da Covid) corrisponda un elevato numero di denunce, determina una generale sottovalutazione da parte di istituzioni e politica che sta agevolando le mafie sempre a caccia di imprese legali per le loro necessità di riciclaggio, di consenso sociale e di conquista del territorio. Io credo, e l’ho detto di recente in un convegno tenutosi a Palazzo Lombardia, che dopo i necessari studi e le analisi del fenomeno, dopo aver accertato, tramite questionari e ricerche, che la situazione è grave, ora sia giunto il momento di agire e subito. 

Dal mio punto di osservazione, dopo che la Commissione antimafia regionale da anni lavora sul tema e sulla valutazione degli strumenti regionali di prevenzione messi in campo, ritengo che dobbiamo agire su più fronti contemporaneamente. Innanzitutto bisogna creare un tavolo regionale dove l’istituzione dialoghi e si confronti con Prefettura, Associazioni antiusura, Anci, Associazioni di categoria, Ordini professionali, Camere di commercio, Guardia di finanza e Istituti bancari finalizzato alla nascita di una “rete antiusura” che programmi interventi comuni e studi strumenti adeguati ed efficaci. Tra questi non possiamo più rimandare una campagna di informazione, formazione e sensibilizzazione sul tema che spieghi bene come accettare un prestito usuraio significhi perdere prima la propria azienda, poi la propria serenità familiare e sempre più spesso la propria vita. Inoltre, visto che l’anticamera dell’usura è frequentemente il sovra-indebitamento, è assolutamente necessario diffondere la conoscenza degli Organismi di composizione della crisi e delle possibilità che questi offrono per uscire da situazioni che sembrano senza via di fuga, facendo si che gli imprenditori imparino ad utilizzare questo strumento e nel momento giusto, cioè prima di diventare insolventi. Si dovrebbe trovare un modo perché questi organismi fossero a costo zero per gli imprenditori sovra-indebitati e non che il costo sia parametrato al livello di sovra indebitamento. Potremmo creare, ad esempio, un OCC regionale? Io credo di si. 

Tutte azioni che possiamo compiere adesso! Per costruire una strategia comune, per mandare un messaggio di speranza, per salvare le nostre imprese. E’ finito il tempo di parlare, è giunto il momento di agire!

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